Qualche giorno fa sono andato con mia figlia di nove anni a vedere “Storia di una ladra di libri”. Volevo ragionare un po’ con lei sulla storia del Novecento e mi sembrava che il film potesse fornire più di uno spunto interessante. Avevo l’atteggiamento di chi vuole insegnare. E invece ho imparato. Perchè all’uscita del film Cate mi ha fatto una domanda spiazzante. LA DOMANDA. Quella che io non mi ero mai posto. Quella che fa scricchiolare tutta la prosopopea di noi adulti convinti di essere colti solo perchè abbiamo comprato qualche certezza a buon mercato… “Papà, ma come li riconoscevano gli ebrei?”. Già: come li riconoscevano? ho visto decine se non centinaia di film in cui gli ebrei venivano riconosciuti e portati via, ma non mi ero mai posto la prima domanda che invece è venuta in mente a una bambina. mica era scritto sui documenti, che erano ebrei. Certo, se vivevano nel ghetto era probabile che lo fossero. Ma era questo il criterio di individuazione che veniva effettivamente usato? voi cosa avreste risposto? io non ho saputo risposndere, e ho cercato di documentarmi, di capire. mi sono fatto l’idea che una delle pratiche più diffuse di individuazione si basasse, soprattutto in Italia, sulla delazione. si dice che – negli anni in cui una celebre canzonetta diceva: “Se potessi avere mille lire al mese…” – un ebreo denunciato valesse alla “spia” una ricompensa intorno alle 5000 lire. Un’enormità. Anche dietro l’infamia del razzismo c’è sempre l’avidità. E’ l’economia – ancora una volta – che genera mostri e massacri. Ma per ricordarmelo, c’è voluto lo sguardo diretto e senza pregudizi di una bambina.
a volte porsi la domanda giusta è la chiave per ottenere le risposte che cerchiamo: https://www.youtube.com/watch?v=XueVNc4XmQA
Ciao Gianni ..
Ti perso di vista in tutti questi anni…
Come stai?
Avrei bisogno di sentirti per organizzare
Un’iniziativa su Modena x l’autunno
Fatti sentire ti lascio tel 335 5296563
Ciao adelio